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Premio “Nelso Tracanelli” 2021 IX edizione - premiati, segnalati e motivazioni della giuria

 

Giuria

 

Annarosa Francescut (presidente), ErmannoDentesano, Gianni Colledani, Elena De Bortoli, Daniela Turchetto, GabrieleZanello e Marco Attilio Salvadori

 

Sezione poesia in lingua italiana

 

1° premio
Sul treno per Trieste
Federico Zucchi, Palmanova (UD)

Sul treno dei pendolari
scarseggiava l'alba
e le nuche ondeggiavano
sugli sbalzi dei binari
digradando verso il vetro.
Già il giorno volgeva
al suo tramestio
e l'ufficio era
l'andata e il ritorno
della luce commestibile.
A nessuno sembrava
importare del mare
di Rilke
ma quando una donna
sbadigliando
scostò la tenda
un raggio di sole
crebbe dal golfo
e trafisse il vagone.
E anche i volti rinserrati
per dissepolta grazia
presero fuoco
e per un istante
sembrò davvero
che quei corpi tribolati
potessero destarsi
- scampanando -
verso un'altra
direzione.

“Il testo coglie un attimo come fosse un’istantanea, rappresentando la straordinarietà di uno spaccato di vita altrimenti monotono e ripetitivo. La dimensione intima della poesia esce dai limiti della persona-autore, per farsi sentimento universale. Il linguaggio e il lessico nella definizione dei dettagli e dell’atmosfera risultano particolarmente efficaci pur nella loro semplicità”.

2° premio
Ancòra
Egizia Malatesta , Massa (MS)


Sull’orlo
di questa nuova Estate
ancora si svuota il mare
nel ritorno dell’onda
e il suo respiro si distende
indifferente
a cancellare le tracce
leggere
di quel cimitero di croci
imprigionate
nell’ambra blu del profondo.
Brucia negli occhi
ancora sporchi di luna
il sale di lacrime secche
e inutilmente seminiamo fiori
nell’incavo delle onde
dove i pescatori di perle
attendono ogni volta
che il sollievo di un respiro
restituisca la luce negra di un’anima
che ha bevuto il mare.
Ancora
sulle sue rive
allineati sogni
alla catena come cani
giacciono
nell’abbraccio del silenzio
arresi a una bava di vento.

“La poesia si riallaccia a fatti di attualità, ricordando la tragedia dell’immigrazione e della conseguente morte in mare. Lo fa con espressione chiara e penetrante, coerente con la crudezza della tematica. La tecnica poetica denota maestria nella versificazione, in particolare nella capacità di accostare immagini tra loro contrastanti”.

3° premio
Carillon
Raffaele Floris , Montecurone (AL)

Le case abbandonate hanno finestre
decrepite e l’angoscia dei solai;
giornali, cofanetti, calamai,
qualche vinile delle grandi orchestre
dimenticati per un contrattempo
banale o sbrigativa noncuranza.
L’intonaco azzurrino della stanza,
il trucco della macchina del tempo
è cielo finto, tende di chiffon
sdrucite, un nido vuoto sulla trave:
da qualche parte, forse, c’è la chiave
per quel Notturno dentro al carillon.

“La descrizione di un ambiente (la soffitta abbandonata) diventa narrazione di uno stato d’animo. Il componimento esprime una serie di immagini d’effetto, abilmente concatenate traloro con raffinatezza di linguaggio e versificazione”.

Segnalazione
Il sogno di Danilo
Pietro Catalano , Roma

Sono venuto dal Nord in questa terra
dove il vento caldo accarezza i carrubi
e le reti dei pescatori traboccano
di tonni traditi dalla ricerca di libertà.
Qui il pane ha fragranza d’oltralpe,
è vittoria sulla sete di giustizia
pugno chiuso alzato al cielo,
strida disperate di aquile ferite;
così radio poveri cristi ha dato voce
al sogno di libertà dalle catene dell’inganno.
E ho scelto di vivere in questo luogo,
fra i disperati dei giorni uguali
ad ascoltare il brontolio delle pance vuote
e le menzogne d’un futuro che mutava.
I miei figli hanno nelle vene sangue
di Rinaldo e dei Vespri, scrutano
il mare azzurro con la forza
dei cavalli normanni che galoppano
nei campi assolati dove sventolano bandiere
come lenzuola bianche ai balconi in primavera,
scuola d’una vita che respira il sogno.
Qui, terra di confine tra cielo e mare,
dove il coraggio è legato ad un no
e vivere è lotta tra parola e silenzio,
ho combattuto la buona battaglia, ho terminato
la mia corsa, ho conservato la fede.

“L’autore fa rivivere un’esperienza di vita forte e significativa, quella di Danilo Dolci. La lingua e il lessico sono utilizzati con cura, pur in un registro linguistico colloquiale, e il verso fluisce con espressione scorrevole e musicale”.

 

Sezione poesia in lingua friulana

 

1° premio
Motès dai timps dal mâl
Silvio Ornella , Fiume Veneto (PN)

Sotu tu chel on belsòu
scrufàt tal ciantòn
coma un cialsìn sbus
dismintiàt in font dal armaròn?
Il timp dal mal a si à fermàt
a li’ tre e miesa
laiù ta la svèa.
In cusina
a zira il ciaf la ciadrèa
il pavimìnt a no si suia:
dut al è net
e nol è nuia.
In ciambra
è vuèita la so cova
la carossela nera
è vuèita la to cova.
In chista not di mai
a no son di nissùn
il libri vièrt i ociài.

“Straordinario quadro poetico, dove il soggetto viene dipinto attraverso la sua stessa assenza. Il testo colpisce per il forte impatto emotivo della tematica, trattata con linguaggio e lessico precisi, curati ed estremamente musicali, nonché per l’evidente livello della tecnica poetica”.

2° premio
No savevin
Giuseppe Mariuz, San Vito al Tagliamento (PN)


A Lorena e Gian Andrea, volontaris.
No savevin ch’a fos ‘na colpa
curâ li’ bugansis dai piè
ch’a àn scjavassàt discols
i mons di nèif
no savevin ch’a fos ‘na colpa
disinfetâ li’ plais dai curtìs
dai polissiòs cravuats
no savevin ch’a fos ‘na colpa
dàighi di mangiâ ai muars di fan
e vistî i fantassins ch’a trìmin
e daighi a ducius
un pu’ di cialt
e un tet provisori
e ‘na buna peraula di cunfuart.
“Favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.”
Cul rigòur moral
da la pansa passuda
e dal tancuìn sglonf
a è rivada la les
cu li’ guardiis
a meti ordin
e distudâ i còurs.

“Poesia significativa, che tratta in modo per nulla banale una tematica incalzante e urgente: il conflitto tra Stato e volontariato, tra legge e umanità. L’autore esalta la duttilità della lingua friulana nell’esprimere argomenti attuali, evidenziando una notevole tecnica poetica.”

3° premio
Tal volt
Aldo Rossi , Reana del Rojale (UD)


S'indarinte la lûs
de svelte vuarzine
tal foropâ a font
la tiere in amôr,
lassant al bâr
ch’al cole intor
il timp di vuarî
vielis feridis.

“Il componimento si evidenzia per la capacità di partire da un’immagine quotidiana, per giungere a una conclusione d’effetto. Il linguaggio e il lessico sono precisi, anche dal punto di vista della correttezza formale, pur nella loro nitida semplicità.”

Segnalazione
Ta ‘na gota di sanc
Giacomo Vit, Sesto al Reghena (PN)

Ta ‘nagota di sanc,
intant che i carabineirs
a misuravin cuant
ch’a era lungia e largia la to muart,
e i giornalisc’ a fotografavin
li’ tìntis dal macel,
ta ‘na gota di sanc,
scuasi invisibila a la zent ch’a ociava,
ti ài vioduda fruta ch’i ti corèvis
contenta pai ciamps e ti imbrassavis
il vint cialt ch’a si srodolava ai to piè,
e dopu, tan chè gota di sanc,
i ti ai vioduda, fantassina, ingatiâti
tan doi vui neris cuma il ciarbon
ch’a scrivevin ta ‘na nula blancia
“i voi maridati!”
e tan chè gota di sanc
i ài viodùt il to vel di nuvissa
e un caret di siuns da menâ
tal stradon dal to avignî,
ma tan chè gota di sanc
i ài viodùt ancia sdrumassi i murs
da la to vita cun pachis e umiliassions,
e un troi che dal liet blanc
a ti à partàt ta un lòuc sensa rumòurs.

“L’autore richiama fortemente l’attenzione su uno dei drammi più scottanti dei nostri giorni, indagando fino alle radici la tragedia del femminicidio. L’argomento è affrontato in mododelicato ma al contempo crudo”.

Segnalazione
Di chistu vert (o ciacaradacun N.)
Francesco Indrigo, San Vito al Tagliamento (PN)

Di chistu vert ch’as’intaca ta li’ mans,
‘i no sai propriu sediti, se contati,
a è l’estȃt in plenaestȃt o almancu
cussì a mi somea. Chȇch’i ti conosis,
ch’i ti às zarespirat e ch’a no si fa dismintiȃ.
Encia il siròc al èsempri chel, a li’ voltis
a si buta in vuaita avantàni la cadòpa,
ma nol fa pora, al àsempri li’ so’ stradis.
Li’ nostris peraulis invessi a no son pì chȇs,
ogni dì a vegnins lontanadis da la risultiva,
scorsàdis, disvuedadis e mitudis di banda.
Vecius strafanìs, argàins carulits di platȃ
tal solàr. E duta la nostra puisìa?
Il sens, la misura, il tamès da la Storia?
Ma a sgarfȃ benon tali’ scarselis, ‘i ciatìn
enciamò lusignis econtis e luiars
a viarzini il troi, asparagnani il calìgu,
cussì che cu ‘napivìda di soflòn in-tai lavris,
‘i podìn enciamò subulȃ il vint.
E se tu ‘i ti àspiardut il torzeonȃ
da li’ fueis, il cisicȃ dal mȃr di Lùi
e il frustulȃ dal’arba sot li’ nulis di Viarta,
ti às vodagnàt forsila fatèsa justa,
l’olmàda clara, parcontȃ tu a me il mont
e li’ so’ infinidi seresiìs, da uchì, da chistu
simiteri di paȋs, dulà che la vita a è dai muarts.

“La composizione accosta sensazioni provenienti dalla natura e dallo scorrere del tempo con una versificazione fluida e ipnotica, attenta al senso profondo della parola nel dialogo con l’interlocutore”.